Alleati

Una babele di lingue libera Firenze

Firenze e gli Alleati, ma quali?

Molte testimonianze sui giorni della Liberazione di Firenze parlano genericamente di americani, ma in quei giorni Firenze fu attraversata dalle truppe dell'VIII Armata britannica che arrivavano da tutti i territori dell'Impero britannico di Sua Maestà Re Giorgio.

Una babele di nazionalità: inglesi, scozzesi, sudafricani, neozelandesi tra cui i pakeha di discendenza europea e i maori del 28° battaglione, indiani sikh, gurkha, canadesi ai quali, infine, subentrarono gli americani della V Armata, all’interno del complessivo ricollocamento delle truppe alleate lungo il fronte italiano.

Il primo soldato alleato morto a Firenze fu il giovane tenente delle guardie scozzesi Hugh Mortain Snell. Morì nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1944, la notte della distruzione dei ponti, in via Lupo, all'angolo con il Lungarno Serristori, nel rione di San Niccolò. Faceva parte di una pattuglia di ricognizione composta da soldati alleati e da soldati italiani del Corpo Italiano di Liberazione. La sua casa era in un sobborgo di Londra e aveva solo 21 anni.

I primi soldati alleati ad entrare a Firenze furono i neozelandesi nella zona di Monticelli e Ponte alla Vittoria ma su ordine dei comandi lasciarono il passo ai sudafricani. Poi fu la volta dei canadesi, che affiancarono i partigiani per eliminare dall'Oltrarno i franchi tiratori.

I soldati erano in maggioranza giovanissimi e lontani migliaia di chilometri dalle loro case e dalle loro famiglie. Al Florence War Cemetery del Girone, una località del comune di Fiesole, costruito nel dopoguerra dalla Commonwealth War Graves Commission, sono sepolti 1637 caduti dell'VIII Armata dell'Impero britannico. Di questi, 243 morirono nella battaglia di avvicinamento a Firenze. Sulle tombe oltre le indicazioni dei reggimenti, ci sono croci, stelle di David, emblemi sikh, caratteri cinesi, arabi, a testimonianza della pluralità di popoli che liberarono il nostro paese.

Nelle due settimane di avvicinamento a Firenze morirono 293 soldati, 243 sono sepolti al cimitero del Girone. Il 31 agosto 1944 sul piccolo “Ponte dei cazzotti” di Mantignano Joe Nishimoto, un soldato americano di origini giapponesi, nisei, della Compagnia G del 2° Battaglione del 442° Regimental Combat Team, si guadagnò la Silver Star per un'azione coraggiosa che consentì a lui e alla sua compagnia di attraversarlo.

I soldati indiani della 8° Divisione difesero le opere d'arte dei musei fiorentini, compresa la Primavera di Sandro Botticelli nel castello di Montegufoni, combatterono al Ponte alla Vittoria, alla Leopolda e ritrovarono poi i partigiani fiorentini nel nord Italia, dove, già liberi, si erano arruolati nei Gruppi di combattimento, contribuendo alla liberazione di tante città. Molti dei giovani soldati alleati appartenevano a minoranze etniche e linguistiche nei loro paesi, con il loro coraggio si guadagnarono la cittadinanza. Forse i pronipoti dei soldati di allora oggi vivono a Firenze e la storia è anche loro.

Le Memorie di Resistenza fiorentina accolgono le storie dei giovani soldati stranieri che combatterono a fianco dei partigiani.

La parola "alleati" è associata alla Biblioteca del Galluzzo.

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