Occupazione

L'arrivo dei tedeschi a Firenze, la Repubblica Sociale Italiana, le persecuzioni, le razzie

Occupare è prendere un luogo, un oggetto, impadronirsene con la forza senza chiedere, perché c'è un dominatore e un dominato.

A Firenze i tedeschi arrivarono la mattina dell'11 settembre 1943, quasi senza colpo ferire. In piazza San Marco insediarono la Platzkommandantur. L'arrivo fu tra l'indifferenza generale dei pochi fiorentini presenti. I comandi militari italiani non avevano dato alcuna indicazione di resistenza e fu vietata la distribuzione delle armi alle forze antifasciste che pure le richiedevano. Firenze fu occupata come se i tedeschi fossero presenti da sempre.

Il loro primo atto fu arrestare i militari delle caserme, ne furono arrestati 20.000 nella provincia e contemporaneamente si riorganizzarono le strutture italiane con la costituzione della Repubblica Sociale Italiana (RSI).

Il 17 settembre 1943 fu pubblicato il bando per la costituzione della 92° legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, poi Guardia Nazionale Repubblicana (GNR). Il 1° ottobre 1943 fu nominato capo della provincia Raffaele Manganiello. A Firenze, la RSI si attrezzò fin da subito contro il movimento di resistenza, creando il battaglione Ettore Muti e il Reparto Servizi Speciali, comandato da Mario Carità, in stretto contatto con il Sicherheitspolizei/SD, la polizia di sicurezza della Germania hitleriana.

L'obiettivo prioritario per i fascisti fu arruolare i giovani delle classi dal 1922 al 1925 per infoltire le loro file. Il primo bando di reclutamento fu emanato nel novembre 1943 e e in molti decisero di non arruolarsi.

Per ridurre la renitenza alla leva furono attuati numerosi fermi dei familiari dei giovani richiamati, ma la renitenza non finì, anzi. La Guardia Nazionale Repubblicana usò allora la carta dei rastrellamenti, fallendo anche in questo. La RSI non fu in grado di avere una forza militare per controllare il territorio ed essere autonoma dagli occupanti tedeschi, interessati a reclutare lavoro per la costruzione di tutto ciò che era loro necessario, come ponti, strade, aeroporti e, poi, le fortificazioni sulla Linea Gotica. L'ente nazista TODT per il lavoro forzato, i ”battaglioni del lavoro”, fu essenziale. Era organizzata dall'Einsatzgruppen Italien, guidato dal generale Fischer, il cui quartier generale era a Firenze.

Fascisti e tedeschi furono uniti anche nella persecuzione ebraica. L'Ufficio affari ebraici, guidato da Giovanni Martelloni, fu un esempio unico in Italia. Arrestò centinaia di ebrei, depredandoli di tutto, per farli deportare. Martelloni, protetto da Manganiello, ebbe carta bianca nella persecuzione e fu un implacabile “cacciatore” di ebrei insieme a Mario Carità e agli uomini della sua “banda”.

Ci furono tedeschi che cercarono di proteggere Firenze, come il console Gerhard Wolf, che fece il possibile per far dichiarare Firenze “città aperta”, evitare cioè alla città inutili distruzioni ma il tentativo fallì.

È bene conoscere i nomi e i volti di fascisti e tedeschi, perché non furono fantasmi, la loro organizzazione e spietatezza ci spiegano il perché della forza e del coraggio delle decine di azioni di resistenza. La loro presenza fu nei palazzi e nelle case, che nel dopoguerra assunsero una nuova destinazione: il comando di piazza in San Marco, il comando militare sul viale Machiavelli, il comando per l'economia in piazza Ognissanti al Grand Hotel Excelsior, la Sicherheitspolizei/SD a Villa Triste in via Bolognese. Una geografia dell'occupazione e della sua liberazione.

Le Memorie di Resistenza fiorentina svelano il volto del nemico accanto a noi.

La parola "occupazione" è associata alla Biblioteca Palagio di Parte Guelfa.

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