Giovani

La componente giovanile della Resistenza e la lotta per un mondo libero mai visto

Non avevano mai vissuto un'idea diversa da quella fascista. Il regime era stato il loro unico mondo, eppure...

Il 22 marzo 1944 cinque giovani renitenti alla leva furono fucilati da giovani reclute a Campo di Marte, condannati a morte per il loro rifiuto di combattere. 

La renitenza alla leva fu una delle risposte di resistenza: molti ragazzi rifiutarono di rispondere ai bandi di leva voluti in particolare da Graziani, Ministro della Difesa, per la costituzione del nuovo esercito della Repubblica Sociale Italiana. Tanti di loro, rischiando la fucilazione, si nascosero, volendo farla finita con la guerra e con le violenze. Molti trovarono rifugio nelle brigate partigiane in montagna, nelle squadre patriottiche in città, assunsero consapevolezza della necessità di un impegno in prima persona per la libertà.

Impararono a discutere grazie all'”ora politica” del commissario politico di brigata, una delle due figure di vertice delle strutture partigiane insieme al comandante. L'azione militare era fondata su una visione politica di ampio respiro e i giovani presero parte al cambiamento. La parte fu quella della Resistenza.

Tra i giovani ci furono le ragazze, fino ad allora relegate dal regime fascista a “angelo del focolare”. Nessun ruolo autonomo per loro, sempre emanazione di qualcuno, padre, fratello o sposo che fosse. La loro ribellione e resistenza fu un'opportunità di emancipazione e una possibilità di immaginarsi un futuro diverso. Secondo stime dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia le partigiane furono 35.000. 23 furono decorate con la Medaglia d'oro al valor militare, due di loro erano di Firenze: Anna Maria Enriques Agnoletti e Tina Lorenzoni.

Ragazze partigiane, patriote, comandanti, staffette, protagoniste e spesso vittime di soprusi, violenze, come la giovane sconosciuta fucilata allo Stadio di Campo di Marte in circostanze simili a quelle dei cinque giovani renitenti.

Le Memorie di Resistenza fiorentina sostengono le scelte dei ragazzi e delle ragazze di allora.

La parola "giovani" è associata alla Biblioteca Dino Pieraccioni.

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